“La bellezza è il primo bene dell’uomo e, quando l’uomo
perde la dimensione del bello, ogni civiltà è in pericolo”
(Antonio Meneghetti)
L’ASSOCIAZIONE
L'Associazione Scuola Internazionale di OntoArte® (ASIO) è un’associazione artistica e culturale, autonoma, apolitica e aconfessionale, senza scopo di lucro. La sua principale finalità è quella di promuovere e divulgare l’OntoArte. Da quasi trentacinque anni promuove nel mondo appuntamenti culturali e formativi, mostre, concerti, cicli di conferenze, residence specialistici per artisti, architetti, altri operatori di settore.
Le aree operative dell'ASIO spaziano dall'ambito musicale a quello delle arti figurative, passando per le più diverse discipline e tecniche ed utilizzando i più diversi materiali: la fotografia, la regia e la scenografia, la scrittura, l'arte della cucina, il design d'interni e d'esterni, l'architettura, il restauro, la musica. L’Associazione ha un’attenzione particolare per l’aspetto filosofico e pedagogico dell’Arte e per il concetto di creatività. Ha come scopo “il ripristino dell'Arte in tutte le sue manifestazioni, quali funzioni dell’essere, per la sanità e il prestigio dell'uomo” (Statuto, art.2).
Le aree operative dell'ASIO spaziano dall'ambito musicale a quello delle arti figurative, passando per le più diverse discipline e tecniche ed utilizzando i più diversi materiali: la fotografia, la regia e la scenografia, la scrittura, l'arte della cucina, il design d'interni e d'esterni, l'architettura, il restauro, la musica. L’Associazione ha un’attenzione particolare per l’aspetto filosofico e pedagogico dell’Arte e per il concetto di creatività. Ha come scopo “il ripristino dell'Arte in tutte le sue manifestazioni, quali funzioni dell’essere, per la sanità e il prestigio dell'uomo” (Statuto, art.2).
LE ORIGINI
Il movimento dell’OntoArte è stato
fondato a metà degli anni ’70 nell'occasione del tirocinio esistenziale e pratico di un gruppo di giovani artisti con il caposcuola Antonio Meneghetti: artisti che si rivelano concretamente interessati alla continuità tra un percorso di autenticazione personale e di evoluzione creativa.
Nel 1984 viene poi costituita formalmente, in Italia, l’“Associazione Internazionale di OntoArte”.
In seguito - ed esattamente nel 2009, anche dopo la nascita di Associazioni di OntoArte di carattere nazionale - per decisione del suo fondatore e Presidente onorario Antonio Meneghetti, l’ASIO aggiorna il proprio statuto ed acquisisce appunto la denominazione definitiva di “Associazione Scuola Internazionale di OntoArte”: con sede in Roma.
Tra le diverse funzioni statutarie che le vengono assegnate in quella occasione (21.4.2009), oltre al “coordinamento, la promozione e lo sviluppo delle attività di Enti aventi scopo uguale, affine, analogo e connesso” e la “supervisione delle Associazioni Nazionali di OntoArte esistenti nei diversi Paesi del mondo”, c’è ad esempio l’attivazione di una “Scuola di formazione”, di “stage e corsi di aggiornamento nazionali e internazionali”, compresa l’ “assegnazione di borse di studio ad artigiani, studenti o artisti stranieri che frequentino in Italia corsi di specializzazione presso la Scuola stessa”.
Nel 1984 viene poi costituita formalmente, in Italia, l’“Associazione Internazionale di OntoArte”.
In seguito - ed esattamente nel 2009, anche dopo la nascita di Associazioni di OntoArte di carattere nazionale - per decisione del suo fondatore e Presidente onorario Antonio Meneghetti, l’ASIO aggiorna il proprio statuto ed acquisisce appunto la denominazione definitiva di “Associazione Scuola Internazionale di OntoArte”: con sede in Roma.
Tra le diverse funzioni statutarie che le vengono assegnate in quella occasione (21.4.2009), oltre al “coordinamento, la promozione e lo sviluppo delle attività di Enti aventi scopo uguale, affine, analogo e connesso” e la “supervisione delle Associazioni Nazionali di OntoArte esistenti nei diversi Paesi del mondo”, c’è ad esempio l’attivazione di una “Scuola di formazione”, di “stage e corsi di aggiornamento nazionali e internazionali”, compresa l’ “assegnazione di borse di studio ad artigiani, studenti o artisti stranieri che frequentino in Italia corsi di specializzazione presso la Scuola stessa”.
L’ATTIVITA’ INTERNAZIONALE
Dopo un evento internazionale (ottobre 2011-gennaio 2012) per festeggiare, con una grande mostra, in Italia a Perugia, il trentennale dell’attività espositiva del fondatore, nel novembre del 2012 l’ASIO ha pubblicato un poderoso catalogo in 3 volumi in cui sono state censite le opere, su tela e su carta, realizzate da Meneghetti in tutto il mondo a partire dal 1965.
Anche attraverso una convenzione con il “Conservatorio di Musica Francesco Morlacchi” (tra i più prestigiosi d’Italia e che ha origini che risalgono al 1700), già da alcuni anni l’ASIO promuove la formazione musicale dei giovani, all’insegna naturalmente dell’OntoArte: dando vita tra l’altro a complessi orchestrali costituiti da musicisti delle più diverse nazionalità (dall’Italia al Giappone…) ed alle loro performance concertistiche.
Anche attraverso una convenzione con il “Conservatorio di Musica Francesco Morlacchi” (tra i più prestigiosi d’Italia e che ha origini che risalgono al 1700), già da alcuni anni l’ASIO promuove la formazione musicale dei giovani, all’insegna naturalmente dell’OntoArte: dando vita tra l’altro a complessi orchestrali costituiti da musicisti delle più diverse nazionalità (dall’Italia al Giappone…) ed alle loro performance concertistiche.
GLI SCOPI
Recuperare un concetto e una prassi di arte come simbolo di ordine e bellezza, perché “l’arte non può essere intesa come trasposizione di sogni psicanalitici, espulsione e scarico di conflitti o criteri di moda sostenuti da un mercato invadente e devastante”.
Gli stili artistici e i modi espressivi dell’arte sono molteplici e per apprenderli esistono apposite scuole o accademie, con proprie specificità tecniche e didattiche. L’OntoArte® non si identifica con particolari stili, modi espressivi o tecniche. Suo esclusivo campo di azione è l’insegnamento della tecnica interiore attraverso la quale autenticare ed esaltare qualsiasi stile o espressione artistica di affermazione e rinforzo di ciò che è secondo l’ordine di natura. Una volta immesso quest’ordine psichico, l’artista creerà - in modi irripetibili - l’originale dell’arte. Egli esprimerà l’infinito, l’emozione, il colore, secondo la sua variante di buon gusto.
Gli stili artistici e i modi espressivi dell’arte sono molteplici e per apprenderli esistono apposite scuole o accademie, con proprie specificità tecniche e didattiche. L’OntoArte® non si identifica con particolari stili, modi espressivi o tecniche. Suo esclusivo campo di azione è l’insegnamento della tecnica interiore attraverso la quale autenticare ed esaltare qualsiasi stile o espressione artistica di affermazione e rinforzo di ciò che è secondo l’ordine di natura. Una volta immesso quest’ordine psichico, l’artista creerà - in modi irripetibili - l’originale dell’arte. Egli esprimerà l’infinito, l’emozione, il colore, secondo la sua variante di buon gusto.
I NUOVI ARTISTI DEL FUTURO
Relativamente alle nuove generazioni, futuro di questo pianeta, l’ASIO ha l’obiettivo di promuovere e supportare la formazione di giovani artisti talentuosi. Una formazione non solo nell’apertura specifica professionale, ma, altresì, formazione alla “persona” e al “saper fare”, alla responsabilità ed al piacere estetico quale mezzo di crescita individuale da applicare ad ogni sfera della propria esistenza.
I giovani sono la vera ricchezza della società. “Importante è far evolvere i creativi, favorendone la virtualità. È di loro che ha bisogno l'umanità, oggi e in futuro, più di ogni altra cosa” (Antonio Meneghetti).
L’educazione al bello e alla creatività sono molto più importanti di quanto oggi si sia portati a pensare, per lo sviluppo positivo della persona e per l’evoluzione armonica della sua identità. Definire ed esprimere cosa sia la creatività è l’eterno problema che coinvolge la passione di qualsiasi serio critico ed artista. Che cosa è la creatività, come nasce, come si riconosce: ecco l’epicentro di questa Scuola, che ha una prima fase teorica ed un secondo momento di apertura pratica.
I giovani sono la vera ricchezza della società. “Importante è far evolvere i creativi, favorendone la virtualità. È di loro che ha bisogno l'umanità, oggi e in futuro, più di ogni altra cosa” (Antonio Meneghetti).
L’educazione al bello e alla creatività sono molto più importanti di quanto oggi si sia portati a pensare, per lo sviluppo positivo della persona e per l’evoluzione armonica della sua identità. Definire ed esprimere cosa sia la creatività è l’eterno problema che coinvolge la passione di qualsiasi serio critico ed artista. Che cosa è la creatività, come nasce, come si riconosce: ecco l’epicentro di questa Scuola, che ha una prima fase teorica ed un secondo momento di apertura pratica.
L’INDIVIDUAZIONE DEL CREATIVO
Come si riconosce il giovane tendenzialmente creativo?
Prima di tutto egli ha una estrema capacità di tolleranza, per cui apprende le regole evitando lo scontro, convive gli schemi ma non li finalizza. Secondo aspetto, ha bisogno - per dare ordine al suo temperamento - di qualcuno che lo individui, altrimenti da solo non ce la fa. Deve essere una persona che eccelle nella media e che il giovane creativo stima.
Il creativo tollera tutto, ma ha un’esigenza di oltre che non sa specificare.
Come troverà la sua strada?
Il creativo ha bisogno di farsi, di sperimentarsi, non ha bisogno di gratificazioni, perché ha la necessità di divenire, di concretizzare l’azione che virtualmente è. Egli deve dare fisionomia, identità storica a quel potenziale che gli è inerente.
Alla fine, da solo troverà la strada. Il maestro è soltanto colui che lo aiuta di nascosto, ma non deve apparire mentre lo aiuta, perché il creativo è un capo. Cosa significa “capo”? È una persona che deve essere di più, perché dovrà dare di più, dovrà servire di più.
Egli sa, nell’intimo di sé, che il merito non è suo: lui è un servizio, è una funzione. Quindi bisogna consentire al creativo altre letture, altri spazi, altri hobbies, altri momenti: offrirgli “casualmente” continue alternative dopo compimenti riusciti.
Quale rapporto con il maestro?
Il giovane creativo deve sapere che c’è un grande vicino a lui, gli basta questo. Non sarà mai lo stesso adulto, gli adulti cambiano durante la crescita. All’inizio potrà essere la figura del parroco, un'altra volta potrà essere un maresciallo, poi un artigiano, un saggio, etc. L’essere non ha mai la stessa strada, ne ha tante.
Se analizziamo l’infanzia dei grandi, nessuno è partito sicuro da piccolo, ma la loro grandezza si è scoperta in una strada non prevista dall’infanzia.
Non usare le forzature degli stereotipi
Finché è giovane, il creativo va lasciato vivere nella tolleranza dell’ambiente. L’importante è che assolva tutte le regole, in modo medio, ma tutte. Poi bisogna studiarlo attentamente quando dice le bugie, quando fa le sue evasioni, il tipo di amicizia, il modo dei giochi, perché il potenziale creativo ha un comportamento atipico. Il creativo sceglie i suoi giochi, se li crea, non usa mai quello che gli viene dato: lo guarda e passa oltre.
È importante che lasciamo evolvere dei creativi, perché ne basta uno su diecimila, per risolvere i problemi di tutti. È indifferente se saranno politici o musicisti ma, con un creativo ogni diecimila individui, abbiamo risolto tutti i problemi del pianeta. È di questi che l’umanità ha bisogno oggi, di questi semi ai quali deve essere consentita ed aiutata la virtualità.
Prima di tutto egli ha una estrema capacità di tolleranza, per cui apprende le regole evitando lo scontro, convive gli schemi ma non li finalizza. Secondo aspetto, ha bisogno - per dare ordine al suo temperamento - di qualcuno che lo individui, altrimenti da solo non ce la fa. Deve essere una persona che eccelle nella media e che il giovane creativo stima.
Il creativo tollera tutto, ma ha un’esigenza di oltre che non sa specificare.
Come troverà la sua strada?
Il creativo ha bisogno di farsi, di sperimentarsi, non ha bisogno di gratificazioni, perché ha la necessità di divenire, di concretizzare l’azione che virtualmente è. Egli deve dare fisionomia, identità storica a quel potenziale che gli è inerente.
Alla fine, da solo troverà la strada. Il maestro è soltanto colui che lo aiuta di nascosto, ma non deve apparire mentre lo aiuta, perché il creativo è un capo. Cosa significa “capo”? È una persona che deve essere di più, perché dovrà dare di più, dovrà servire di più.
Egli sa, nell’intimo di sé, che il merito non è suo: lui è un servizio, è una funzione. Quindi bisogna consentire al creativo altre letture, altri spazi, altri hobbies, altri momenti: offrirgli “casualmente” continue alternative dopo compimenti riusciti.
Quale rapporto con il maestro?
Il giovane creativo deve sapere che c’è un grande vicino a lui, gli basta questo. Non sarà mai lo stesso adulto, gli adulti cambiano durante la crescita. All’inizio potrà essere la figura del parroco, un'altra volta potrà essere un maresciallo, poi un artigiano, un saggio, etc. L’essere non ha mai la stessa strada, ne ha tante.
Se analizziamo l’infanzia dei grandi, nessuno è partito sicuro da piccolo, ma la loro grandezza si è scoperta in una strada non prevista dall’infanzia.
Non usare le forzature degli stereotipi
Finché è giovane, il creativo va lasciato vivere nella tolleranza dell’ambiente. L’importante è che assolva tutte le regole, in modo medio, ma tutte. Poi bisogna studiarlo attentamente quando dice le bugie, quando fa le sue evasioni, il tipo di amicizia, il modo dei giochi, perché il potenziale creativo ha un comportamento atipico. Il creativo sceglie i suoi giochi, se li crea, non usa mai quello che gli viene dato: lo guarda e passa oltre.
È importante che lasciamo evolvere dei creativi, perché ne basta uno su diecimila, per risolvere i problemi di tutti. È indifferente se saranno politici o musicisti ma, con un creativo ogni diecimila individui, abbiamo risolto tutti i problemi del pianeta. È di questi che l’umanità ha bisogno oggi, di questi semi ai quali deve essere consentita ed aiutata la virtualità.